Brano tratto da "VASCO CORRADELLI, pittore padano"

Renzo Margonari - febbraio 2011

[...]L’intercalare delle mostre furono anche i richiami alla guerra d’Africa e alla Seconda Guerra Mondiale, infine un soggiorno a Roma, dove già nel 1930 aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti, e per un anno, tornato dalla prigionia, lavorò come restauratore e affinò la tecnica pittorica divenendone abile manipolatore, talché i suoi dipinti presentano ricchezza della facoltà e varietà morfologica in ogni segno, dalla pennellata grassa alla velatura, dalla spatolata all’abrasione, dal colore liquido all’alto impasto. Per circa sessant’anni di lavoro, pienamente consapevole del proprio valore artistico, i suoi dipinti si leggono come un chiaro trattato di pittura.[...] [...]Ci si accorge, allora, che Vasco Corradelli ha condotto una ricerca articolata e complessa, a volte con percorsi paralleli, come sdoppiandosi, eppure tornando continuamente alla verità del paesaggio padano, dei volti, dei frutti terrestri, delle attività rurali.[...] [...]Infine, il saldo è largamente a favore, perché ciascun dipinto di Vasco Corradelli illustra la sua solida sapienza pittorica, l’espressione sincera di una poetica autenticità.[...]clicca per visualizzare l'intero testo critico

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